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Testimonianze
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Testimonianza di Amalia Rossignoli (dirigente FAIP)
Conoscere e curare l’incontinenza.
Il mio compito è quello di sottolineare e fare emergere situazioni spesso drammatiche per le quali non esiste un’informazione e un conforto medico, che dia ai cittadini una serenità ed una forza per scegliere ogni giorno di continuare a vivere assieme agli altri.
L’incontinenza tocca vari aspetti e differenti situazioni di vita di un essere umano, è auspicabile che non ci sia una vergogna nell’esporre gli argomenti ed i problemi che fanno parte della persona e della sua globalità.
L’argomento è così importante da rendere necessario incontri con persone altamente qualificate in materia (leggasi: urologi, geriatri, psicologi, fisioterapisti, andrologi e coloproctologi), perché il tema dell’incontinenza urinaria e fecale è un argomento importantissimo del quale, spesso si parla con poca precisione, informazione sanitaria ed umana comprensione.
Sono cosciente che questo gravissimo problema divide una coppia ed una famiglia, rendendo difficilissimo e quasi impossibile una relazione sociale e lavorativa. In Italia non abbiamo una statistica esatta delle persone affette da incontinenza urinaria e fecale (n.d.r.: circa 5 milioni di persone), perché non è stata fatta una ricerca sulle “vere ragioni” per cui si soffre di tale problema. Problema che non è limitato solo a casi eclatanti, ricordiamoci degli effetti del post-partum, delle persone soggette a chemioterapia, soprattutto degli organi inferiori, dei tanti malati di cancro che hanno gli organi espellenti non controllabili, degli anziani, della demenza senile e di tutte le persone colpite al midollo spinale.
Che dire della disperazione di una persona adulta che si trova nelle condizioni di non poter più controllare i propri sfinteri e vergognarsi di essersi “sporcata”, per poi doverlo dichiarare e condividere con gli altri, onde poter essere aiutata, pur avendo in memoria il triste ricordo che da piccola, spesso veniva picchiata perché si faceva la pipì addosso ? E che dire del fatto che non sempre avere un bagno vicino ed accessibile tranquillizza o dà serenità, perché spesso non si giunge in tempo ?
A mio parere è necessario creare una rete d’informazione “qualificata”, formata da professionisti, che siano costantemente aggiornati ed a cui devono far riferimento tutti coloro che vorranno occuparsi del problema incontinenza, associazioni di pazienti inclusi. Inoltre le persone che garantiscono di sapersi occupare dei problemi dell’incontinenza devono essere a conoscenza di tutte le patologie che sono legate all’incontinenza dei pazienti, che a loro si rivolgono. Ad esempio trovo alquanto “divertente” che qualcuno ritenga di limitare a tre ricambi giornalieri i pannoloni. Vogliamo davvero chiedere ad una persona (incontinente) che non ha la capacità di autogestirsi quanto sia gradevole soggiogare nelle proprie feci o urine, tanto quanto la ditta fornitrice possa garantire che il suo dispositivo medico è adeguato (pannolone) e fortemente contenitivi ?
Ritengo che sia molto importante rammentare che le persone che si trovano ad aver subito una lesione al midollo spinale si trovano in gravissima situazione, situazione che distrugge il corpo e che sistematicamente compromette il controllo degli sfinteri. Il sistema di approccio medico e farmacologico è molto complesso, pertanto non può essere trattato in poche righe, anche perché non per tutti vale la stessa metodologia. Metodologia che può essere variata nel tempo per le condizioni del paziente ed in relazione alle nuove scoperte scientifiche. Ricordiamoci che sino a pochi anni fa la principale causa di morte della persona mielolesa era proprio dovuta alle infezioni della vescica ed ai problemi renali. Inoltre, l’apparato urinario è strettamente legato, soprattutto negli uomini, al sistema procreativo.
I para-tetraplegici in Italia sono circa 70.000 e ad essi dovrebbero aggiungersi le altre persone che hanno problemi più o meno gravi di incontinenza. Così facendo saremo sicuramente tantissimi e conoscendo ragioni e quantità, potremmo costruire un movimento qualificato che dia a molti una “qualità di vita” migliore e forse anche una maggiore quantità di vita.
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