Sburocratizzazione per l’ottenimento dei dispositivi medici monouso, strumenti vitali per le persone incontinenti, stomizzate e cateterizzate

Sburocratizzazione per l’ottenimento dei dispositivi medici monouso, strumenti vitali per le persone incontinenti, stomizzate e cateterizzate

Lettera Aperta Al

  • Al Ministro della Salute – Prof. Orazio Schillaci
  • Al Sottosegretario di Stato Ministero della Salute – On. Marcello Gemmato
  • Al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome- Dr. Massimiliano Fedriga

La ricetta elettronica è uno strumento di ampia diffusione per l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali del Servizio sanitario nazionale da parte dei cittadini. La ricetta elettronica ha consentito, tra l’altro, di assicurare la circolarità delle prescrizioni farmaceutiche in regime convenzionale sull’intero territorio nazionale: un cittadino può recarsi in una farmacia di altra regione ed avere diritto all’erogazione dei farmaci. La digitalizzazione delle prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale consente anche di attivare strumenti di controllo, sia in termini di verifiche preventive all’erogazione che di rendicontazione da parte degli stessi erogatori. Tanto premesso, siamo a chiederVi l’utilizzo della ricetta dematerializzata anche per ottenere i dispositivi medici monouso (sacche, placche, pannoloni, traverse, cateteri, irrigatori anali, prodotti per dermatiti, ulcere cutanee, ecc.) per le persone incontinenti, stomizzate e cateterizzate. L’utilizzo della ricetta dematerializzata per i dispositivi medici monouso, ove attuata, consentirebbe di sburocratizzare l’iter informatico impostato oggi dalle Regioni, liberando parte del personale ASL, avendo la spesa e i dati degli utilizzatori numerici e sanitari sotto controllo. È utile rammentare che prima dell’entrata in vigore del primo Nomenclatore Tariffario Protesico (1991) era il medico di famiglia che all’occorrenza effettuava le prescrizioni dei dispositivi, inserendo la tipologia dei prodotti e le quantità. L’Ufficio Protesi dell’ASL verificava la fondatezza, la reale necessità e autorizzava l’erogazione tramite farmacie ospedaliere, sanitarie e/o farmacie esterne. È doveroso rammentare che i cittadini che utilizzano tali dispositivi spesso sono pazienti fragili e/o oncologici e molte regioni e Asl non sempre attuano i PDTA, Reti Oncologiche Regionali incluse. Per mettere in atto le procedure per utilizzare la ricetta dematerializzata è indispensabile che i sistemi informatici regionali inseriscano i codici UNI-ISO e le quantità stabilite dal DPCM del 12 gennaio 2017. A nostro parere, la corretta gestione delle procedure dovrebbe essere supportata da alcune importanti attività preventive:

  1. la regione dovrebbe inserire tutti i dati degli ausili monouso (DPCM del 12 gennaio 2017 – Allegati 2 e 11, in S.O.G.U. n.65, del 18 marzo 2017) sul sistema informatico regionale e autorizzare i medici di base a poter prescrivere questi dispositivi ai propri pazienti;
  2. il medico di base dovrebbe compilare la ricetta e inviarla all’Ufficio Protesi e all’Azienda costruttrice che si farebbe carico di consegnare al domicilio del paziente i prodotti direttamente o per il tramite della farmacia, ove disponibile. Coloro che, ai sensi della normativa sulla privacy non volessero ricevere a casa i prodotti potranno ritirali direttamente in farmacia ospedaliera, farmacia o sanitaria convenzionata;
  3. nel caso in cui l’azienda costruttrice e/o distributrice invierà i prodotti direttamente al domicilio del paziente, il paziente per ritirarli sarà obbligato a firmare la bolla d’accompagnamento al corriere;
  4. grazie alla bolla di accompagnamento firmata dal paziente o da un suo delegato, l’azienda sanitaria locale tramite i propri uffici potrà provvedere al pagamento dell’Azienda fornitrice.

La sburocratizzazione del SSR è vitale per una maggiore efficienza delle prestazioni, consente di risparmiare sui costi, di monitorare i bisogni, liberando parte del personale addetto, aumentando il grado di soddisfazione dei cittadini/pazienti, avvicinandola ai più moderni progetti della proximity care, tanto auspicati dall’attuale governo, per assistere nel miglior modo possibile il Cittadino sul territorio e al proprio domicilio.

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