Su Corriere Salute del 2 Aprile 2020, un dossier è stato dedicato all’attuazione del piano cronicità nel corso dell’emergenza da Coronavirus.
Il tema non è banale
Il tema non è banale perché, osserva già nei titoli il Corriere, il piano “E’ nazionale solo sulla carta” e aggiunge che “L’epidemia da SARS CoV-2 sta facendo venire a galla, ancora di più, le lacune nella presa in carico dei pazienti cronici. Con pesanti ripercussioni sul loro diritto a cure uguali”.
Soprattutto, il tema non è banale per il numero di cittadini che vi sono coinvolti. Lo diciamo da anni: l’aspettativa di vita si sta allungando sempre di più in Italia – qualcuno, addirittura, mette in luce il pericolo che può derivare dal diventare un Paese di vecchi – e questo porta inevitabilmente ad un aumento significativo di malattie croniche. Spesso un aumento di diverse malattie nella stessa persona.
Persone e non pazienti
A parte il nostro ostinarci a chiamarli “cittadini” e “persone” e non “pazienti”, la questione è sotto gli occhi di tutti: diabete, ipertensione, bronchite cronica, artrosi, artrite osteoporosi, malattie cardiovascolari, malattie allergiche, disturbi nervosi, disturbi gastrointestinali stanno aumentando e sono destinati ad aumentare nella loro veste cronica.
Su Corriere Salute si sottolinea come si tratti di un argomento importante e di grandi dimensioni, dunque, che sembra però non si riesca ad affrontare in modo strutturato, efficace e omogeneo sull’intero territorio nazionale.
La posizione di Fincopp
E naturalmente, tutto questo vale anche per le persone che soffrono di incontinenza e disfunzioni del pavimento pelvico. L’articolo riporta infatti la posizione preoccupata di Francesco Diomede, Presidente Fincopp – Federazione Italiana Incontinenti e Disfunzioni del Pavimento Pelvico che osserva come “il problema sia urgente per il cambio dei tutori, cateteri che vengono sostituiti ogni venti giorni poiché molti pazienti non hanno più accesso ai reparti o agli ambulatorio di Urologia e rischiano la vita se l’urina entra nei reni. Questi e altri dispositivi medici monouso indispensabili vanno consegnati in sicurezza a domicilio, sburocratizzando il percorso. In questa direzione va la circolare della Direzione Programmazione del Ministero della Salute del 25 Marzo, ma spetta alle Regioni adeguarsi”.
Un Dossier interessante quello di Corriere Salute del 2.4.2020 che tratta un tema quanto mai scottante e attuale. Lo potete scaricare qui di seguito:
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