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Tumori: negli Usa e nel mondo mortalità in ribasso

Due milioni di anni di vita guadagnati, e 800mila persone ancora in vita. Dal 1971 ad oggi, la guerra ai tumori negli Usa ha dato i suoi frutti: ricerca, prevenzione, educazione, stili di vita, hanno contribuito nel fare grandi passi avanti  in oncologia. Lo rivelano i dati raccolti dall´American Cancer Society e pubblicati sulla rivista PlosOne. Dati solo Statunitensi, certo, ma che sono indicativi anche per Europa e Italia, assicurano gli esperti.

La guerra al cancro, dopo il picco rappresentato dagli anni ’90, è diminuita del 12% negli uomini e del 6% nelle donne (le più restie a spegnere la sigaretta). I migliori progressi si sono ottenuti con il cancro del polmone negli uomini e quello della mammella nelle donne. In aumento invece è la mortalità per quattro dei 19 tipi di tumore presi in esame: esofago e melanoma negli uomini, fegato in entrambi i sessi e pancreas per le donne. Sul versante positivo, si sono ridotti di oltre due terzi i tassi di mortalità per i linfomi di tipo Hodgkin negli uomini, il cancro della cervice delle donne e dello stomaco in entrambi i sessi.

«La mortalità è in netto calo anche da noi – conferma Franco Berrino, che dirige il dipartimento di Medicina predittiva e per la prevenzione dell´Istituto tumori di Milano – Merito dei dati positivi sul cancro del polmone maschile e della mammella. Viceversa, il quadro è meno roseo per i tumori legati all´obesità, in primis quelli che toccano l´apparato digerente».

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